Le delusioni del 2024

Dopo aver passato in rassegna i dieci Migliori Momenti della stagione ed aver analizzato la settimana scorsa le dieci Sorprese del 2024, questa settimana sarà il momento di una delle graduatorie più amare per i protagonisti, quella delle dieci Delusioni stagionali. Come al solito questa spinosa Top-10, stabilita al termine di un articolato confronto in redazione, sarà presentata a ritroso lungo tutto l’arco della settimana, fino a domenica quando verrà svelato il nome del corridore che più di tutti ha deluso nel corso degli ultimi dodici mesi rispetto alle aspettative di inizio stagione. Voi stessi potrete esprimere la vostra opinione a riguardo con il consueto sondaggio che vi sottoporremo al termine di questa carrellata. Ecco i dieci deludenti nomi che verranno rivelati di giorno in giorno.

1: Sepp Kuss

© Sirotti

Se è vero che era impensabile ripetere un 2023 corso a livelli quasi alieni, il 2024 di Sepp Kuss non può che essere considerato un quasi totale fallimento. Responsabilizzato dalla squadra dopo l’addio di Primoz Roglic, lo scalatore americano era atteso dalla sua prima stagione da leader designato e, come spesso capita, la pressione sembra aver avuto la meglio. Partito ad inizio anno con l’obiettivo dichiarato di ripetersi alla Vuelta il nativo di Durango non è mai riuscito ad ingranare le marce alte nel corso della stagione, incappando anche in un contagio da Covid che lo ha colpito proprio nel cuore dell’estate costringendolo a rinunciare anche alla Grande Boucle. Alla fine dell’anno il bilancio recita due vittorie, una tappa e la classifica alla Vuelta a Burgos, decisamente troppo poco per chi ambisce a diventare co-capitano di una delle più importanti formazioni al mondo. Nel 2025 la rinascita della Visma|Lease a Bike passa anche da lui, riuscirà a ritornare quello del 2023?

2: Fabio Jakobsen

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La prima stagione di Fabio Jakobsen nella sua nuova avventura alla dsm-firmenich PostNL è stata costellata di delusioni. Dopo aver lasciato la Soudal Quick-Step in cerca di un ruolo da protagonista nelle grandi corse del panorama mondiale, il 28enne neerlandese conclude il suo 2024 con una sola vittoria (ad aprile in Turchia) e nessun piazzamento sul podio a livello World Tour. Partito con l’idea di incentrare la sua stagione sul Tour de France il nativo di Gorinchem partecipa prima al Giro d’Italia che abbandona a metà percorso dopo aver raggiunto al massimo un 22° posto. E anche in Francia non va meglio: il quinto posto a Saint Vulbas è il miglior risultato che riesce ad ottenere prima che il Covid lo costringa ad un ritiro anticipato, sempre nella 12ª frazione. L’addio al Wolfpack, dovuto a frizioni con Lefevere e all’eccessiva competizione con Tim Merlier, non sembra quindi aver dato gli stimoli giusti all’olandese, che il prossimo anno dovrà fare anche attenzione all’ascesa del suo giovane compagno Pavel Bittner se vorrà garantirsi una nuova chance alla Grande Boucle.

3: Simon Yates

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Per un corridore del suo calibro una stagione con sole due vittorie è evidentemente una stagione grigia. Per di più, le due vittorie in questione sono state una tappa e la classifica generale al Saudi Tour, corsa di inizio stagione con una concorrenza non irresistibile. Il britannico, che in carriera ha vinto una Vuelta e che giusto un anno fa chiudeva quarto il Tour de France, è rimasto sotto traccia per buona parte dell’annata: testimonianza inequivocabile di un rendimento non consueto per lui è la posizione numero 88 occupata nella classifica stagionale UCI (a fine 2023 era undicesimo…). Negli occhi restano i tentativi di fuga messi in atto al Tour de France, contraddistinti da una condizione parsa in crescendo, ma che non andati a bersaglio, almeno in chiave vittoria. Ora, la carriera del corridore inglese è a una svolta, dato che nel 2025 andrà alla Visma|Lease a Bike, a svolgere, probabilmente, anche compiti di supporto, come fatto dal gemello Adam. Nel caso di quest’ultimo, la cosa ha funzionato: varrà anche per Simon?

4: Alexey Lutsenko

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Quella del kazako è stata una stagione tutt’altro che positiva. In questo 2024, il 32enne è stato infatti in grado di conquistare una sola ‘doppia’ vittoria, tappa e generale al Giro d’Abruzzo, e di collezionare qualche piazzamento in Top-10, troppo poco per un corridore battagliero e consistente come lui. Il suo momento più alto della stagione, oltre al podio al Trofeo Matteotti, è stato il sesto posto attaccando da lontano nella tappa degli sterrati del Tour de France. Sempre su sterrato, stavolta al Giro d’Italia, è arrivato il timido decimo posto sul traguardo di Rapolano Terme. Poca cosa per l’esperto scalatore, che, in cerca di nuova linfa vitale e rinnovate motivazioni, ha deciso dalla prossima stagione di cambiare squadra, approdando alla Israel-Premier e dicendo addio alla Astana Qazaqstan, con cui aveva sempre corso in 12 anni di carriera.

5: Jai Hindley

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Dopo un discreto inizio di stagione, quinto e terzo delle prime due corse disputate, con il podio alla Tirreno – Adriatico che faceva ben sperare, sparisce dalle prime posizioni per il resto della stagione. Ha il merito di essere pronto a sacrificarsi per Primoz Roglic, ma non sembra mai del livello espresso nelle stagioni precedenti e la sensazione si conferma quando ha la possibilità di giocarsi le sue carte, decisamente non sufficienti per lasciare il segno. Dopo una lunga pausa estiva prova a farsi rivedere nel finale di stagione, ma nuovamente le gambe son quelle che sono e la stagione si chiude in modo piuttosto anonimo.

6: Ethan Hayter

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Dopo un 2023 difficile, segnato da infortuni, in cui era comunque riuscito a portarsi a casa due vittorie WorldTour, il polivalente corridore britannico era atteso al riscatto e magari alla consacrazione. Se su pista le cose non sono andate male (due ori europei e due argenti fra giochi e mondiali), con comunque alcune delusioni importanti da registrare, su strada un corridore come lui non può accontentarsi del titolo nazionale o di alcuni sporadici piazzamenti. Corridore veloce, resistente in salita e forte a cronometro, non è invece praticamente mai riuscito a farsi notare nelle corse importanti, rimanendo chissà forse anche vittima della crisi della sua squadra, che non a caso lascerà a fine stagione. Dopo cinque anni, per il 26enne londinese arriva così il momento di cambiare aria per cercare di ritrovare la strada che quest’anno è sembrata un po’ smarrita.

7: Felix Gall

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8:  Andrea Bagioli

© Dario Belingheri/Getty Images

Le attenuanti non mancano, ma quella vissuta quest’anno è la peggior stagione da professionista del classe 1999. Partendo dall’assenza di vittorie che invece era sempre riuscito a centrare sinora, passando ovviamente per le alte aspettative che si erano create dopo l’ottimo 2023, chiuso in crescendo fino al bel secondo posto a Il Lombardia, fiore all’occhiello di una stagione di grande costanza e presenza, con risultati da febbraio a ottobre. Delle tre vittorie e sette podi della passata stagione non resta nulla e quest’anno il bottino migliore son tre top10, tra cui un quarto posto di tappa al Giro d’Italia, decisamente poco rispetto alle 16 dello scorso anno, molte delle quali a livello WorldTour. Il passaggio alla Lidl – Trek per mettersi in proprio non è dunque andato nel modo migliore in questo primo anno, nel quale ha faticato, complici problemi alcuni problemi fisici che lo hanno condizionato, a mostrare la sua agilità in salita e la sua potenza allo sprint. Le occasioni per rifarsi non mancheranno.

9: Matej Mohorič

© Sirotti

Da lui ci si aspettava un 2024 di grande spessore, e lui stesso aveva fatto intendere di avere grandi obiettivi per questa stagione. Ma quello che Matej Mohoric è riuscito a raggiungere sono solo due vittorie piuttosto modeste, per quanto eravamo stati abituati, e pochi altri piazzamenti importanti. Il 30enne della Bahrain Victorious sembrava essere nella stagione della sua piena e completa maturazione, ma il suo punto più alto in assoluto, oltre ai sigilli al campionato nazionale sloveno cronometro e alla Volta Valenciana, sono stati il quinto e il sesto posto alla Strade Bianche e alla Milano-Sanremo. Risultati che avrebbero fatto felice qualche altro corridore, ma non il vincitore della Classicissima 2022, capace anche in passato di vincere tappe al Tour de France, al Giro d’Italia e alla Vuelta a España. Ci attendevamo grandi cose anche in ottica vittorie di tappa alla Grande Boucle, ma è stato in grado di cogliere solo un 19esimo posto nella tappa di Torino.

10: Ben Healy

© ASO / Billy Ceusters

Dopo una stagione stellare come quella 2023, è arrivata per Ben Healy una piccola battuta d’arresto. Il 2024 del giovane ciclista irlandese è stata una leggera delusione soprattutto se paragonata alle altissime aspettative che ci eravamo fatti 12 mesi fa. Quest’anno lo scalatore della EF Education-EasyPost è riuscito a portarsi a casa una sola vittoria, al Giro di Slovenia, contro le cinque affermazioni della stagione precedente, tra cui la stupenda tappa al Giro d’Italia. Oltre alle vittorie, quella che è mancata è la brillantezza con cui aveva stupito il mondo delle due ruote e di cui in tanti si erano innamorati. Il coraggio quello non è mancato, perché i tentativi di attacco sono stati comunque tanti, ma ad essere venuti meno sono i risultati, e i piazzamenti di prestigio, di un talento che in molti pensavano già in rampa di lancio ma che invece il prossimo anno dovrà ripartire con grinta e dedizione, come lui stesso ama fare in salita.

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